Generazione Z e lavoro: chi sono gli under 30 di oggi e come attrarli

Generazione Z e lavoro: chi sono gli under 30 di oggi e come attrarli

Della Generazione Z si parla in continuazione, per la differenza che ha con quelle che la precedono (Millennial e Generazione X), perché è la generazione nativa digitale e perché, apparentemente, incarna una serie di valori in rottura con la visione tradizionale che si ha del mondo del lavoro e, più in generale, della società attuale.
Ma, ammettiamolo, forse non la si conosce così bene e spesso si fa riferimento a essa come a un insieme vuoto, senza capire quali caratteristiche ha e quali potrebbe avere.

In questo articolo cerchiamo di delineare cos’è la Generazione Z, come identificarla, quali sono i valori e le aspettative che ha e quali strategie chi si occupa di recruiting deve considerare quando ha bisogno di assumere persone che ne fanno parte.

SOMMARIO:

Cosa si intende per Generazione Z

Per Generazione Z si intendono i nati tra il 1997 e il 2012, ossia coloro che oggi hanno tra i 27 e i 12 anni, che vengono definiti con l’ultima lettera dell’alfabeto perché di fatto vengono dopo la Generazione X e la Generazione Y (Millennial). In Italia, stando agli ultimi dati disponibili di Istat ed Eurostat, gli appartenenti alla Generazione Z sono circa 8.6 milioni

Se chi ha 12 anni e fino ai 19 sono ragazzi e ragazze che generalmente stanno ancora studiando, dai 20 anni in su si tratta della generazione più giovane che si inserisce oggi nel mondo del lavoro, che si è appena diplomata o ha conseguito la laurea.

Ragazzi e ragazzi che, se ci pensiamo, sono diventati maggiorenni sentendo parlare ogni giorno di disastro climatico, sono stati immersi in 3 anni di pandemia – ovviamente come tutti, ma senza alcuni strumenti necessari ad affrontare l’isolamento -, hanno vissuto e vivono una ripresa delle guerre nel mondo e sono sopraffatti dai timori nei confronti di un collasso economico.

Ma non solo: ricordiamo che, rispetto a chi li ha preceduti, ossia i membri della Generazione Y, nati dopo il 1981, chi fa parte della Generazione Z è un vero e proprio nativo digitale, è nato e cresciuto con Internet a portata di mano e con una connessione già abbastanza veloce. Per questi ragazzi e ragazze, fare ricerche online è normale (lo è meno cercare su un’enciclopedia cartacea), così come buona parte di essi è cresciuto insieme ai social network: basti pensare che Facebook – che la Generazione Z usa poco, preferendogli Instagram e TikTok – è nato nel 2004, quando la persona più adulta di questa generazione aveva 7 anni, ma molti non erano ancora nati. 

La Generazione Z, pertanto, com’è evidente, abbraccia un ampio spettro: i più “anziani”, hanno lavoro e possono avere già dei mutui o contratti di affitto (3 milioni di essi sarebbero già nel mondo del lavoro), mentre i più giovani sono preadolescenti.
Stando a una ricerca di McKinsey, a livello globale la Gen Z (di solito viene abbreviata così) sta crescendo in modo molto rapido ed entro il 2025 costituirà un quarto della popolazione della regione Asia-Pacifico

Inquadrato il fenomeno, cerchiamo di capire quali sono i valori e le aspettative di questa generazione.

Caratteristiche, valori e aspettative della Generazione Z

Ad aiutarci a delineare il profilo della Gen Z, è una ricerca di Ipsos che ci permette di individuarne alcuni aspetti. 

L’attenzione all’ambiente

Secondo una convinzione diffusa, questa generazione sarebbe particolarmente attenta alle tematiche green, molto di più di quelle che l’hanno preceduta. Questo in buona parte è vero, anche se la preoccupazione per il clima, come evidenzia lo studio Ipsos Global Trends, non è appannaggio solo dei più giovani, ma è condivisa da tutte le generazioni.

Inoltre, come evidenzia la ricerca, quando si tratta di agire concretamente per ridurre l’impatto ambientale, la Gen Z non presta così attenzione agli sprechi e compra molti abiti della fast fashion che, come sappiamo, non sono esattamente green.
Possiamo quindi dire, generalizzando un po’, che c’è un’inclinazione forte verso le tematiche ambientali, nel senso che questa generazione ne parla, condivide in merito contenuti sui social, ne è particolarmente informata – ma non sempre questo si traduce nella realtà dei fatti.

Il rapporto con la tecnologia

Più evidente è invece il fatto che la Generazione Z sia “intrisa” di tecnologia: da nativa digitale, ha un rapporto intuitivo con la tecnologia, una comprensione che la porta a saperla utilizzare in modo semplice e immediato. Questi under 30 hanno una fluidità digitale che sicuramente modella la loro visione del mondo e il loro approccio al lavoro: sono eccezionalmente abili nel navigare in rete, scovare opportunità, interagire, adattarsi alle nuove tendenze ecc… Ciò fa sì che, rispetto a persone delle generazioni precedenti, riescano ad apprendere facilmente le dinamiche di un social network, a stare davanti a un video e così via.

La tecnologia influenza molto il modo in cui si formano e si informano: lo fanno attraverso app di messaggistica, passaparola e social media, ignorando (o quasi) l’informazione tradizionale rispetto alla quale hanno una maggiore propensione per le soft news.

I valori

Quanto ai valori tipici, le persone della Generazione Z credono fortemente nell’autenticità, nella diversità e nella responsabilità sociale. Questa generazione non si accontenta degli impegni superficiali verso questi ideali: cerca datori di lavoro le cui azioni riflettono tali valori in modi tangibili.

Allo stesso tempo, dopo la pandemia che hanno vissuto, i ragazzi sono più riflessivi, sicuramente, ma anche più sfiduciati e fragili. Inoltre, molti oggi si sentono esclusi dalla società.

L’approccio al mondo del lavoro

Per quel che riguarda il loro approccio al lavoro, sempre stando a quanto evidenzia Ipsos, questo aspetto si trova al sesto posto preceduto da famiglia, amicizia, amore, ma anche da divertimento e cultura. Per molti rappresenta una fonte di reddito sì, ma è fondamentale, come sappiamo, la disponibilità di tempo libero e la flessibilità dell’orario, seguita dall’autonomia.

Pertanto, c’è un forte interesse verso quei luoghi di lavoro che promuovono un’autentica cultura di inclusività, celebrano prospettive differenti e dimostrano un impegno per la responsabilità sociale e ambientale: tutti aspetti che, indubbiamente, hanno una forte risonanza sui giovani della Gen Z. 

Gen Z vs Millennial: le differenze

Detto questo, si evince come ci siano alcune principali differenze tra Gen Z e Millennial. Le ripercorriamo in breve affidandoci a uno studio dell’Istituto Piepoli, ma non solo:

  • intraprendenza vs attesa: le persone della Gen Z sono pronte a far di tutto per emergere mentre i Millennial aspettano, in generale, di essere scoperti;
  • visual vs testuale: per la Gen Z conta molto la dimensione visiva. Prima di leggere, queste persone hanno bisogno di vedere, a differenza di chi le ha precedute che preferisce i testi;
  • pragmaticità vs idealismo: le persone della Gen Z hanno come obiettivo quello di creare e di lasciare il segno quindi si concentrano molto su questo aspetto. I Millennial, che hanno vissuto l’abbattimento delle barriere culturali grazie alla rete, sono più idealisti;
  • disincanto vs continua ricerca di conferme: le persone della Generazione Z, sempre secondo l’Istituto Piepoli, tendono ad avere maggiore disincanto rispetto al futuro, probabilmente perché sono cresciute con le crisi economiche. I Millennial o Generazione Y, avendo ereditato dai genitori una componente narcisistica, sentono il bisogno di avere costantemente un riconoscimento esterno e immediato, che li gratifichi nell’immediato sul piano personale. Per questo i Millennial sono stati spesso definiti come una generazione di impazienti;
  • sviluppo di carriera: quando decide di accettare un lavoro, la Gen Z reputa più importanti fattori quali stipendio, equilibrio tra lavoro e vita privata e mansioni. Per i Millennial sono: salario, equilibrio tra lavoro e vita privata e opportunità di crescita professionale.

Come attirare i candidati della Generazione Z

Detto questo, su cosa puntare per attirare i candidati della Generazione Z? Essenzialmente sull’Employer Branding, sul comunicare l’Employee Value Proposition, creare un percorso di recruiting ad hoc, migliorare gli annunci di lavoro. Vediamo ogni aspetto singolarmente. 

Puntare sull’Employer Branding 

Come abbiamo già detto, le persone della Gen Z cercano, in merito ai propri sforzi professionali, di trovare un senso e una realizzazione, pertanto, per loro è importante allineare i propri valori a quelli dell’organizzazione di cui fanno parte.

Ecco perché è importante che le aziende puntino su strategie di Employer Branding che le rendano non solo un posto dove chiunque vorrebbe lavorare, ma dove a volerlo fare sia in particolare la Gen Z.

Pertanto, bisogna attivare una comunicazione, sui social, sul sito dell’azienda e su tutti gli altri canali disponibili, che metta in evidenza in cosa crede l’azienda, quali attività extra porta avanti (magari dal punto di vista della Corporate Social Responsibility, ma non solo) e come eventualmente punta su smart working, flessibilità e determinati benefit. Inoltre, altrettanto importante è far capire quanto spazio si dà alla formazione, all’apprendimento e così via. 

Comunicare l’EVP in modo efficace 

Connesso a quanto detto sopra, è altrettanto importante evidenziare, l’Employee Value Proposition, ossia la proposta di valore che un lavoratore o una lavoratrice avranno una volta entrati nell’azienda. Attraverso il sito aziendale, ma anche nello stesso annuncio di lavoro, è fondamentale evidenziare alcuni vantaggi che le persone della Gen Z potranno avere dal candidarsi per quella determinata posizione.
Alcuni vantaggi possono essere, per esempio: 

  • Attività di tutoraggio 
  • Percorsi di carriera e mobilità interna 
  • Riconoscimento e apprezzamento
  • Flessibilità
  • Apprendimento e sviluppo
  • Equilibrio tra lavoro e vita privata
  • Sistema di feedback chiaro, aperto e continuo

Dal momento che le offerte di lavoro continuano ad evolversi, è importante capire cosa cercano le persone della Generazione Z ed essere trasparenti riguardo a quello che sarà davvero offerto loro.
Un buon punto di partenza potrebbe essere confrontare cosa offrono le altre aziende, vedere cosa fanno quelle che hanno lavoratori con un’età media di poco meno di 30 anni, ma anche “navigare” su social e forum per capire di cosa parlano questi under 30 e cosa sta loro a cuore.  

Personalizzare la candidate experience

Lo abbiamo detto: la Generazione Z è meno idealista, più pragmatica, ha una maggiore propensione all’imprenditorialità e vuole lasciare il segno. E come tale vuole essere trattata. Il che farà sì che la candidate experience sia il più personalizzata possibile. Bisogna quindi partire con l’avere una profonda comprensione delle preferenze, valori e aspettative di questi ragazzi.

Al di là di questo, ecco alcune strategie per personalizzare la candidate experience per la Gen Z:

  • Coinvolgimento digitale: utilizzare la tecnologia per creare un processo di candidatura online coinvolgente. In questo, può dare sicuramente un grande aiuto un software ATS come Inrecruiting che permette di digitalizzare ogni fase del processo di recruiting, nonché di seguirla passo dopo passo, accompagnando i candidati per tutta la durata della selezione. Si può anche prevedere la possibilità di integrare strumenti basati sull’intelligenza artificiale per rispondere alle domande e fornire feedback immediati o per consentire la registrazione a un annuncio con un click (come permette di fare Inda).
  • Employer Branding reale: utilizzare testimonianze, video e social media reali dei dipendenti per fornire uno sguardo autentico sul posto di lavoro può essere un ottimo modo per attrarre e coinvolgere la Gen Z.
  • Ottimizzare i profili social: come dicevamo, creare dei contenuti sulle piattaforme che questi ragazzi frequentano è fondamentale (per esempio TikTok, Instagram, YouTube). Il social recruiting è cruciale sia per cercare che per farsi trovare.
  • Valutazioni interattive: è importante implementare valutazioni interattive o elementi di gamification nel processo di candidatura. Ciò mantiene impegnati i candidati della Generazione Z e aiuta i recruiter a valutare le proprie capacità.
  • Comunicazione personalizzata: nelle e-mail e nelle comunicazioni in generale è importante attivare una comunicazione diretta e personalizzata, chiamando i candidati per nome, facendo riferimento ad aspetti specifici dei loro curriculum o che sono emersi durante il colloquio. Anche in questo un software ATS può dare un enorme contributo in modo da evitare messaggi generici e validi per tutti e per costruire un dialogo personalizzato.
  • Colloqui flessibili: i colloqui non devono per forza essere in presenza, ci si può affidare anche ai video-colloqui, oppure intervistare la persona in modalità asincrona.
  • Feedback rapido e trasparente: la Generazione Z apprezza un feedback rapido durante tutto il processo di assunzione. È importante fornire aggiornamenti tempestivi sullo stato della domanda e offrire feedback costruttivi dopo i colloqui, indipendentemente dall’esito.

Rivedere e ottimizzare gli annunci di lavoro

Fa il paio con quanto abbiamo detto l’essere chiari e trasparenti negli annunci di lavoro. Bisogna scrivere bene la job description in modo che sia evidente che tipo di professionalità viene richiesta, quali mansioni la persona andrà a svolgere e com’è previsto che vengano svolte. Bisogna poi essere specifici sia riguardo alle qualifiche richieste che sul percorso di carriera che viene offerto. Ed è altrettanto fondamentale mantenere le promesse. 

Da non dimenticare che, quando i candidati si sentono insoddisfatti o quando le loro aspettative sono disattese, tendono a comunicarlo sui social oltre che a esplorare rapidamente altre opportunità di carriera. Questo ha effetto negativi sulla selezione e sull’azienda stessa.