Benefit per dipendenti: come migliorare l’ambiente di lavoro

Benefit per dipendenti: come migliorare l’ambiente di lavoro

Quanto contano oggi i benefit per i dipendenti? Oltre a essere una leva attrattiva, sono sicuramente un modo per favorire il work-life balance e venire incontro alle diverse esigenze delle persone. Scopriamo in questo articolo come migliorano l’ambiente di lavoro.

In un periodo di grande incertezza come quello che viviamo, le aziende possono fare molto per il benessere dei loro dipendenti. Come? Puntando su benefit che siano davvero graditi nonché utili e che possano migliorare davvero l’ambiente di lavoro.

Ma come offrire ai lavoratori quello di cui hanno bisogno o di cui potrebbero necessitare in un prossimo futuro? Ed è possibile oggi, dopo la lezione forse appresa con la pandemia, creare un ambiente di lavoro ideale? Lo scopriamo in questo articolo partendo prima con il capire cosa cercano oggi i lavoratori. 

SOMMARIO

Benefit dipendenti: cosa cercano i lavoratori

benefit dipendenti

Non tutti i lavoratori sono attratti dalle stesse tipologie di benefit. Molto cambia, com’è emerso dall’Employer Brand Research 2022 di Randstad, a seconda delle varie generazioni.

Se, infatti, in generale, quella di lavorare in un posto piacevole è la massima aspirazione per il 65% degli Italiani, le esigenze variano in base all’età e così anche i benefit desiderati.
I più giovani, vale a dire la generazione Z tra i 18 e i 25 anni, oltre all’ambiente di lavoro danno tantissima importanza al fatto di stare in un’azienda dove il percorso di carriera sia chiaro e trasparente.
Come sappiamo, le nuove generazioni, rispetto a quelli più “anziane”, tendono a cambiare spesso posto di lavoro e se scelgono un’azienda anziché un’altra vogliono sapere fin dove possono arrivare.

Per loro, altrettanto importante è lavorare in un contesto in cui si punti molto sul valorizzare le diversità e si attivino delle politiche in materia di inclusione. Un aspetto che per esempio è particolarmente privilegiato in American Express che quest’anno ha ottenuto il secondo posto nella classifica Great Place to Work® tra le grandi aziende e che tra i suoi plus ha il fatto di puntare molto sulle donne manager, di cui l’80% ha ricevuto una promozione. Ma anche altre aziende, più piccole, come la startup Fluentify puntano sull’inclusione e sul fatto di parificare le persone il più possibile: qui poche gerarchie e fiducia totale nei confronti della squadra. 

Per i Millennial, ossia chi oggi ha tra i 26 e i 41 anni, conta molto il fatto di poter avere una retribuzione che sia giusta per il lavoro che si fa e la possibilità di poter lavorare anche in modalità smart working. Questo è un benefit che un’azienda non può più trascurare e, nonostante ci siano aziende che hanno proposto un ritorno in presenza 3 volte alla settimana, non è detto che ciò vada incontro alle esigenze dei dipendenti.

Se si vuole che lo smart working o il lavoro ibrido sia un vero benefit, si deve cercare di organizzare il tutto in accordo con i dipendenti. Stabilire dei giorni fissi infatti potrebbe diventare controproducente per chi ha dei figli piccoli o per chi si era ormai abituato alla sua libertà e vorrebbe poter decidere in autonomia quando andare in ufficio.

Ovviamente, compatibilmente con le esigenze che l’azienda può avere – riunioni di team, incontri con clienti – si deve cercare di considerare lo smart working come un benefit essenziale specie per gli under 40

Per chi ha invece tra i 42 e i 57 anni, la cosiddetta generazione X, conta invece tantissimo l’ubicazione dell’azienda. Si tratta di persone che apprezzano tantissimo la vicinanza del luogo di lavoro rispetto a dove vivono e non dover trascorrere ore sui mezzi o in macchina per raggiungerlo. Il tutto all’insegna di un ricercato e ambito equilibrio tra vita privata e lavoro.

I cosiddetti boomer, ossia chi ha più di 58 anni, sono anch’essi alla ricerca del work-life balance, ma guardano molto anche alla solidità finanziaria, al tipo di lavoro che fanno e alla reputazione dell’azienda.

Questi i benefit a grandi linee per le diverse generazioni, ma in generale possiamo dire che altri benefit particolarmente apprezzati sono tutti quelli che hanno a che fare con la salute, vale a dire un’assicurazione medica così come il poter avere un abbonamento in palestra, corsi di yoga in azienda e così via.
Sono sempre più importanti anche i piani pensionistici, i viaggi aziendali, per i genitori l’asilo nido aziendale e gli orari flessibili che permettano di gestire al meglio le incombenze legate alla famiglia. Un aspetto tutt’altro che trascurabile visto che con lo smart working forzato molti genitori hanno apprezzato di avere più tempo per dedicarsi ai figli. 

Come diventare l’azienda in cui tutti vorrebbero lavorare?

Chiariti quali sono i benefit più ambiti dalle varie generazioni, come fare a diventare l’azienda in cui tutti vorrebbero lavorare? A quali aspetti bisogna prestare attenzione? Sostanzialmente bisogna:

  • scoprire cosa attrae i candidati;
  • creare un’immagine attrattiva della tua azienda;
  • anticipare le esigenze dei dipendenti;
  • offrire ai lavoratori quello che cercano.

Vediamo ogni aspetto nel dettaglio.

Scoprire cosa attrae i candidati

benefit per dipendenti work-life balance

Il mondo, lo sappiamo, è enormemente cambiato rispetto a qualche anno fa. E non parliamo tanto di pandemia, ma del fatto che i potenziali candidati non sono più lì con le mani in mano ad aspettare che qualcuno li assuma.

Le persone, e in particolare quelle di talento, sanno cosa vogliono e dove trovarlo. Per far sì che le loro esigenze si incrocino con le tue, devi essere attento a quello che le attrae maggiormente.

Come scoprirlo? Un luogo pieno di informazioni e dove si riesce a testare la sensibilità delle persone sono sicuramente i social. In particolare LinkedIn, ma anche Facebook, Instagram e TikTok. Cerca di leggere le conversazioni su determinati argomenti, cosa si dice sul rientro al lavoro, come le persone si trovano all’interno dell’azienda e cerca di capire come puoi rispondere a questi bisogni. 

Stando sempre alla ricerca di Randstad, lo stipendio è sempre un buon motivo per scegliere un’azienda così come per decidere di abbandonarla, seguita dall’equilibrio tra vita privata e lavoro. A seguire, conta tanto la visibilità del percorso di carriera e il fatto di poter vivere in un contesto stimolante in cui la tecnologia aiuta a migliorare e si valorizzi il lavoro di team.

Creare un’immagine attrattiva della tua azienda

Una volta che avrai fatto “social listening”, è il momento di analizzare la reputazione che ha l’azienda per cui lavori. Cosa comunica sui social? Come le persone che ci hanno lavorato l’hanno valutata? Se non hai mai dato un’occhiata alle recensioni di Google o cercato il nome della tua azienda su Twitter o Facebook è arrivato il momento di farlo. Cercare di “pulire” la tua reputazione, qualora troverai dei commenti negativi, è un’azione che può richiedere tempo. 

Allo stesso modo, cerca di vedere se ci sono persone che hanno parlato bene dell’azienda ma sono state ignorate, in quel caso ringrazia per il loro feedback dimostrando così un’attenzione, anche se tardiva. 

Fatto questo, è importante impostare un piano editoriale di contenuti sui social, quindi coordinandoti con il marketing, per raccontare le cose belle che l’azienda fa. Se il venerdì ci si veste tutti casual o si interrompe il lavoro alle 17 per fare un aperitivo in terrazzo, questo va raccontato. Così come lo spazio che si dà allo smart working, ma anche benefit come l’assicurazione sanitaria. 

Altro aspetto da non trascurare per migliorare la reputazione aziendale, sono i feedback ai candidati. Nonostante si sappia quanto siano importanti, ci sono ancora diversi HR, specie per selezioni che coinvolgono centinaia di persone, che non danno un riscontro su come è avvenuto il colloquio. E questo non rende l’azienda attrattiva, anzi.

Per evitare tutto questo, il consiglio è di gestire il processo di ricerca e selezione tramite un software ATS come In-recruiting attraverso cui inviare una risposta automatica ai candidati e magari “ripescarli” successivamente per una nuova selezione.

Il software poi ti può aiutare a costruire una career page che tenga conto di cosa attrae i candidati e riesca a comunicarlo nel modo giusto, a partire dal sito aziendale.

Offrire ai lavoratori quello che cercano

Tutto ciò ti metterà nella condizione di offrire ai potenziali candidati quello che stanno cercando. Spesso questi aspetti non emergono da una pagina LinkedIn in cui si punta sui prodotti e servizi, ma possono invece venire fuori da post creati ad hoc, anche dai dipendenti stessi. Fai capire che la tua è l’azienda in cui si dà attenzione agli orari flessibili, allo smart working, al team building dei dipendenti ecc…

Anche in questo caso un software ATS ti può aiutare: per avere traccia di quanto ti è stato detto, ma anche per rendere il lavoro del team HR più collaborativo. Anziché avere gli appunti ognuno sul proprio computer, tramite un software puoi associarli alle varie persone dell’azienda e avere un confronto continuo con tutto il team HR.

Anticipare le esigenze dei dipendenti

benefit per dipendenti

Ovviamente bisogna cercare di non essere concentrati solo verso l’esterno e verso i nuovi candidati, ma di dare molto spazio anche a quello che sentono i dipendenti.

Come HR puoi organizzare dei pranzi per piccoli gruppi di persone – magari preparato con cose sfiziose e da consumare all’aperto – in cui chiedi come l’azienda potrebbe essere un posto migliore. Ascoltando gli spunti che vengono dai dipendenti e collaboratori, potrai capire se ci sono azioni che puoi mettere subito in campo o che richiedono più tempo. Al di là dei suggerimenti che possono venire fuori, organizzare momenti simili è una dimostrazione che stai veramente prestando attenzione ai bisogni delle persone. 

Puoi anche sottoporre dei questionari, anonimi o no, ma il confronto dal vivo, ora che si può, è sicuramente una strada da percorrere, sebbene più impegnativa.

Consigli utili per migliorare l’ambiente di lavoro con i benefit per i dipendenti

Come abbiamo visto, per le persone conta molto l’ambiente di lavoro e questo è sicuramente dato dalla cultura aziendale che deve essere chiara e condivisa, ma anche dalla fisicità di un workplace. Un altro aspetto cui puntare è infatti rendere l’ufficio più attraente e un posto dove le persone vogliono tornare ogni mattina.

Come fare tutto ciò? Ridisegnando gli spazi, togliendo le scrivanie e magari organizzando la disposizione per tavoli di lavoro, dando la libertà di gestire la sala riunioni e se c’è un terrazzo, utilizzarlo al massimo per gli incontri dal vivo. Predisporlo cioè affinché ci siano delle sedie e tavoli da lavorare, ma anche il necessario se si volesse fare una presentazione dal vivo. 

Cerca, poi, di creare un ambiente in cui quello che promuovi si respira in ogni dove. Facciamo un esempio: punti sull’orario flessibile? Ricordalo con frasi motivazionali, con post-it attaccati alla lavagna e magari ogni tanto, chiedi a chi si occupa della newsletter interna di mandare degli articoli sul tema.

Puoi anche organizzare delle brevi interviste in cui chi lavora da tempo racconta ai nuovi arrivati come riesce a organizzarsi così come fare degli incontri periodici in cui si spiegano i percorsi di carriera in azienda e le competenze che sono attesa per quel ruolo. Il tutto, se possibile, dando evidenza di come l’azienda con la formazione può aiutare a ottenerle.

Il workplace che vorrei: utopia o realtà?

Tutto quanto abbiamo detto può far sì che l’ambiente di lavoro diventi quello ideale. D’altra parte se diverse aziende che ci sono riuscite sono state anche riconosciute dal Great Place to Work, perché non dovrebbe riuscirci anche la tua azienda? Anzi, prendere spunto dalle altre è un ottimo modo per rendere tutto più stimolante.

Quello che conta è ascoltare continuamente le persone che stanno dentro, monitorare le conversazioni sui social e fare spazio alla creatività per creare soluzioni ingaggianti, inclusioni e magari, perché no, con una maggiore attenzione alla sostenibilità. Non soltanto ambientale ma anche sociale.