6 recruiting trend per il 2022

6 recruiting trend per il 2022

Che anno sarà questo 2022 appena iniziato per il mondo HR? Su quali aspetti nuovi si punterà e cosa si porterà, invece, avanti del 2021?
Che il mondo del lavoro, per via della pandemia, abbia affrontato nuove sfide e lo stia ancora facendo, è qualcosa con cui facciamo i conti ogni giorno, ma anche chi si occupa di Risorse Umane ne ha da affrontare diverse. Innanzitutto perché il ruolo dell’HR è notevolmente cambiato e ha acquisito ancora più rilevanza rispetto al passato diventando una vera e propria funzione strategica per il business dell’impresa. E poco importa che questa abbia 5 dipendenti o 5000. 

Ecco perché è bene sapere quali sono gli HR trend di questo 2022, anche per capire come rinnovare le proprie strategie di recruiting, di employer branding, di employee retention e così via.

Abbiamo selezionato per voi 6 trend da tenere d’occhio. Vediamo quali sono.

1. Lavoro ibrido

lavoro ibrido

Una parola che contrassegna sempre più il lavoro è l’aggettivo ibrido, ossia prevedere persone che lavorano in presenza, da remoto o in smart working. E anche che lo stesso lavoratore possa decidere, di concerto con l’azienda, di lavorare in una delle tre modalità o tutte insieme.

Quanto innescato dalla pandemia, quando il lavoro da casa e in modalità smart sono diventati una necessità, è dunque entrato a pieno titolo nel modo di gestire un’azienda e le sue risorse, ecco perché difficilmente si potrà tornare indietro.

Anche perché le persone vogliono avere orari flessibili, conservare la libertà di andare in palestra, di prendere i figli senza permessi o di dedicarsi a quel rompicapo lavorativo la notte quando tutti dormono.

Il lavoro ibrido ha portato vantaggi non solo per i dipendenti, ma anche per le aziende che hanno risparmiato sui costi e sono progredite nell’adottare strumenti che consentono la collaborazione a distanza. 

Questo primo trend, dunque, non è nulla di nuovo, ma è basilare che le aziende non tornino indietro, come hanno provato a fare alcune nell’ottobre scorso riportando tutti in presenza e per 5 giorni a settimana.

Le imprese che infatti si dimostreranno meno flessibili nel 2022, perché magari penseranno che non c’è più necessità di far lavorare le persone da remoto, diventeranno meno attrattive rispetto alle altre e meno competitive. Anche perché le persone più giovani e di talento, ma anche chi ha più esperienza, nello scegliere l’azienda per cui candidarsi valuteranno che tra i benefit ci sia, per esempio, lo smart working. E chi invece in azienda ci lavora da tempo, in mancanza di alcune condizioni, si guarderà intorno per ritrovare una flessibilità che ormai aveva fatto propria e che non gli è più garantita.

Non considerare questo trend vuol dire infatti aumentare il turnover del personale e perdere persone preziose, che difficilmente si potranno “rimpiazzare”.
E questo ovviamente varrà anche per chi lavora nel team HR: sarà bene prevedere dei momenti in cui le persone che ne fanno parte si incontrino in presenza, ma anche prevedere di lavorare con persone da remoto. 

2. Intelligenza artificiale e automazione 

Un altro trend da tenere d’occhio è quello che prevede un maggiore utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel recruiting e un affidarsi sempre più ai processi di automazione con software che permettano tutto questo. Anche perché l’AI non solo migliora i processi di recruiting e riduce i costi, ma soprattutto dimostra che in alcuni casi può essere molto efficace. 

Per fare qualche esempio: una tecnologia proprietaria di Intelligenza Artificiale come Inda permette di ridurre i pregiudizi che di solito ci sono a monte nelle scelte di un candidato anziché un altro.

Come sappiamo, tutte le persone, recruiter compresi, possono essere “vittime” dei bias cognitivi che potrebbero portarli a scartare una persona valida.

L’AI lavora per vagliare candidati in base a requisiti specifici e senza pregiudizi (un altro esempio è il blind recruiting), ma non solo. Grazie all’analisi del significato semantico di parole e testi, si può andare più a fondo su quello che c’è scritto nel CV. Con un sistema di AI è possibile assegnare uno score di similarità semantica e ottenere un ranking alle candidature, in base a quanto rispondono al profilo ricercato.

I recruiter poi usano queste tecnologie per programmare i colloqui, per chattare con i candidati durante i momenti salienti del candidate journey, tant’è che uno degli strumenti più apprezzati è proprio il chatbot

L’AI dunque fa compiere sicuramente un salto tecnologico all’azienda, dà la possibilità al recruiter di dedicarsi ad attività più strategiche e permette di ridurre il time to hire. 

3. Diversità e inclusione

diversità e inclusione

Diversità e inclusione sono un vero e proprio trend per il 2022, tant’è che esiste un acronimo per indicarle: DEI. Ma cosa si intende? Se è vero che la diversità arricchisce, porta nuova linfa all’azienda ecc… bisogna fare in modo che nella pratica sia davvero così. In parte lo abbiamo detto: con l’Intelligenza Artificiale si evita qualsiasi pregiudizio inconscio al momento dell’assunzione.

Ma non basta questo: secondo il “2021 Recruiter National Report” di Jobvite, il numero di persone in cerca di lavoro che si informa sull’impegno che le aziende portano avanti per le iniziative di diversity, è in costante crescita anno dopo anno. Inoltre, il 49% dei recruiter intervistati ha sperimentato che i candidati rifiutano un colloquio o un’offerta di lavoro se si accorgono che non ci sono iniziative in tal senso. 

Come emerso dal rapporto  “Diversity Wins” di McKinsey, poi, le aziende con team esecutivi più diversificati per genere ed etnia hanno più probabilità di avere una produttività superiore alla media. 

Un trend dunque da tenere d’occhio per essere più attrattivi e produttivi

4. HR Analytics (data-driven strategy)

Di HR Analytics a dire il vero si parla da anni e anche il 2022 darà priorità ai dati e alla data driven strategy nel mondo HR. Cosa significa? Che ancor di più chi lavora nel mondo HR deve affidarsi ai numeri – alla stessa stregua di quanto si faccia nel marketing -, che diventano necessari da comprendere per adottare strategie di recruiting che permettano di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Analizzare il tempo che un candidato impiega prima di concludere il suo candidate journey è importante così come tenere traccia di tutte le volte che abbandona il processo e capire in questo modo come migliorarlo. Ed è necessario farlo in tempo reale per aggiustare il tiro senza aspettare di concludere il processo di selezione.

I recruiter dovranno analizzare sempre di più i numeri e andare in direzione di un recruiting marketing in cui la sperimentazione è la chiave del successo anziché restare arroccati sulle proprie posizioni. Solo così potranno avere il polso di quanto succede nel mondo del lavoro e capire come anticipare alcune tendenze.  

5. Formazione e competenze 

upskilling e reskilling

Le competenze saranno sempre più cruciali e gli HR dovranno fare di tutto perché chi lavora in azienda possa aggiornare quelle che ha già (reskilling) o acquisirne di nuove (upskilling) per essere pronto a nuovi lavori, nuovi progetti, nuovi ruoli. Cosa significa di fatto?

Prevedere dei percorsi aziendali per i dipendenti in modo da aumentare la mobilità interna. Un aspetto da non trascurare perché, prima di aprire qualsiasi posizione all’esterno, sarebbe bene vedere se si hanno le competenze in casa e avviare un processo di recruitment interno.

Questo può portare, specie in un momento critico come quello che stanno vivendo alcuni settori, a risparmiare sui costi di ricerca e selezione del personale e ad aprire successivamente a nuove candidature. Così come può rendere i dipendenti più soddisfatti ed evitare il turnover.

Se c’è chi fa resistenza di fronte al cambiamento, c’è anche chi vuole mettersi in gioco e se è l’azienda per cui lavora per anni a proporre questa possibilità, è una cosa che sarà sicuramente ben valutata. Anche perché l’azienda dimostra, così, di continuare a investire sulle sue persone. 

Puntare sulla formazione e comunicarlo – sui social, sul proprio sito, ai media – diventa poi un modo per attrarre nuovo personale: a parità di esperienza, le persone non si fanno più “convincere” solo dallo stipendio e dai benefit, ma anche dall’andare in un posto stimolante e in cui poter continuare a crescere

6. Engagement dei dipendenti 

Last but not least, una parola chiave del 2022 sarà l’engagement dei dipendenti. Ossia il loro coinvolgimento.

In cosa? Nei processi e nelle decisioni, per esempio, come presuppone la “filosofia” Agile e come si fa tramite un mindset come gli OKR (Objectives and Key Results). E ancora: riorganizzare i ruoli, come abbiamo detto prima, dare la possibilità alle persone di potersi esprimere liberamente, inventare, innovare andando a creare una cultura aziendale che si basi su valori condivisi e non calati dall’alto.

Se c’è una cosa che la pandemia, la Great Resignation, il lavoro ibrido ecc… ci hanno insegnato è proprio questo: bisogna avere cura delle persone. E in questo il team HR ha un ruolo determinante, se non fondamentale.