Perchè l’Intelligenza emotiva è una skill decisiva nel processo di recruiting?

Perchè l’Intelligenza emotiva è una skill decisiva nel processo di recruiting?

Nel periodo in cui l’Intelligenza Artificiale ha reso le competenze tecniche un requisito fondamentale in fase di ricerca e selezione, l’attenzione rivolta verso l’Intelligenza emotiva ha creato i presupposti per effettuare un cambio di rotta e intraprendere un percorso parallelo.

Secondo il report “The future of Jobs” stilato da World Economic Forum, l’Intelligenza emotiva sarà una delle skills più richieste nel 2020, oltre che una delle più valorizzate.

Annoverata tra le soft skills dei candidati, l’Intelligenza emotiva (IE) è considerata un valore aggiunto fondamentale e può fare la differenza in fase di recruiting: ma per quale motivo?

Cosa si intende per Intelligenza emotiva?

Il concetto è stato introdotto per la prima volta negli anni ’90 e si è affermato con la pubblicazione del libro “Emotional Intelligence” di Daniel Goleman.

Con il termine Intelligenza emotiva si fa riferimento alla capacità di percepire, riconoscere, valutare e gestire le proprie emozioni e quelle altrui. Non riguarda solo le emozioni propriamente dette, anzi ingloba aspetti relativi alla sfera personale (consapevolezza di sé, motivazione) e intersoggettiva (capacità relazionali ed empatiche).

L’IE si configura come quel valore aggiunto che sancisce la differenza tra l’uomo e la macchina (robot): questo argomento, accanto alla possibilità che le macchine riescano a percepire e simulare emozioni umane, è al centro del dibattito nelle discussioni sull’Intelligenza Artificiale (IA).

Il ruolo dell’Intelligenza emotiva nel processo di recruiting

Tra gli innumerevoli vantaggi derivati dalla sua applicazione in ambito HR, l’Intelligenza Artificiale ha esortato alla valorizzazione di aspetti più umani per favorire la connessione tra persone non solo a livello tecnologico ma anche, e soprattutto, emotivo e interpersonale.

intelligenza emotiva collaborazione

Nel processo di ricerca e selezione, a parità di merito per competenze tecniche, i selezionatori e team HR fanno dell’Intelligenza emotiva una skill decisiva in grado di orientare il processo di hiring verso l’assunzione finale.

Secondo il report di World Economic Form, l’IE rientra tra le skills più richieste dei prossimi anni in cui ci sarà, in linea di massima, la necessità di formarsi e ri-formarsi:

By 2022, no less than 54% of all employees will require significant re- and upskilling […] Proficiency in new technologies is only one part of the 2022 skills equation, however, as ‘human’ skills such as creativity, originality and initiative, critical thinking, persuasion and negotiation will likewise retain or increase their value, as will attention to detail, resilience, flexibility and complex problem-solving. Emotional intelligence, leadership and social influence as well as service orientation also see an outsized increase in demand relative to their current prominence

In questo senso, è essenziale tenere in considerazione i vantaggi che l’IE può determinare dopo l’assunzione e ingresso in azienda.

L’importanza dell’Intelligenza Emotiva per le risorse umane

L’ IE non è innata: è possibile educare i dipendenti di un’azienda alla pratica dell’Intelligenza emotiva perché per svolgere il proprio lavoro non contano solo le abilità pratiche ma anche la capacità di adattarsi ai cambiamenti (nuovi ruoli aziendali, nuove competenze e prestazioni).

Ma in che misura l’Intelligenza emotiva dei candidati può diventare un valore aggiunto a beneficio della propria realtà aziendale?

  • L’utilizzo di questionari durante il processo di recruiting permette di cogliere soft skills e aspetti della personalità dei candidati che sono indicatori dell’Intelligenza emotiva. Il riconoscimento di specifiche abilità e attitudini permette di effettuare un’analisi predittiva delle prestazioni del futuro dipendente sul posto di lavoro.
  • L’IE modella il comportamento del singolo individuo e influisce sui rapporti interpersonali. In questo senso, la predisposizione al riconoscimento, gestione e valorizzazione delle emozioni favorisce la collaborazione all’interno del team di lavoro. Una maggiore apertura mentale associata all’IE comporta, inoltre, una diminuzione dei contrasti tra i dipendenti o, almeno, una migliore capacità di gestirli.
  • La pratica dell’IE è un requisito essenziale in tutti i reparti di un’azienda ma ci sono alcune figure professionali che, per poter svolgere adeguatamente il proprio lavoro, hanno bisogno di costruire relazioni stabili e trasparenti con gli altri. È importante saper ascoltare i clienti, creare un rapporto empatico con loro, reale, onesto ed autentico, basato sulla fiducia reciproca. Questo porterà benefici, a livello quantitativo, sulla produttività aziendale e, a livello qualitativo, sull’employee engagement e soddisfazione personale.
  • Lo sviluppo dell’Intelligenza emotiva ha un impatto positivo sul business aziendale: favorisce l’aumento della produttività e dell’efficienza dei propri dipendenti.