Come NON deve essere un Applicant Tracking System (la mia esperienza)

Come NON deve essere un Applicant Tracking System (la mia esperienza)

Uno dei problemi principali di molti recruiter è: non avere abbastanza tempo per attività ad alto valore aggiunto perché spesso sono occupati in attività routinarie.

In situazioni di questo tipo un recruiting software può fare la differenza, liberando tempo utile grazie all’automatizzazione di alcune fasi del processo di recruiting. Per raggiungere questo risultato, però, un recruiting software deve possedere alcune caratteristiche, altrimenti rischia di complicare ulteriormente l’operatività.

A vantaggio di tutti i recruiter che stanno cercando una modalità o strumento per semplificare il loro lavoro riportiamo una breve esperienza di una Consulente HR (Alessandra Zucca) che nella sua esperienza professionale ha avuto modo di testare numerosi recruiting software, prima di scegliere In-recruiting.

Crediamo che le sue (dis)avventure possano fornire indicatori utili su come NON deve essere un Applicant Tracking System.

Di Applicant Tracking System (ATS) ce ne sono tanti, nel mio percorso professionale ho avuto modo di usarne alcuni, seguendo le policy delle varie aziende dove mi sono trovata a fare recruiting. Ogni sistema ha delle caratteristiche positive e altre migliorabili, ma ci sono alcuni elementi che a me proprio non vanno giù. Per il prossimo che incontrerò… diciamo che ho delle serie speranze.

Speranza n. 1: #fachesiaflessibile

Mettiamo, ad esempio, che il tuo predecessore abbia creato in fase di attivazione dell’ATS un “suo” personalissimo gergo di classificazione dei candidati. Come fai se il tuo ATS non è flessibile nella personalizzazione degli status? Se non lo puoi cambiare al volo o se hai bisogno di una richiesta in carta da bollo per la modifica sei già nei guai. Quindi, la prima speranza è: voglio un Applicant Tracking System flessibile.

Speranza n. 2 #fammifartuttoinunclick

Diciamo poi che sei riuscito a sistemare il tuo flusso di recruiting secondo i tuoi desideri (o che hai imparato a riconoscere il gergo del tuo predecessore). Ora devi riassegnare i candidati già visti da altri su un tuo progetto. Ma se per ogni candidato devo fare 5 click, come posso finire il mio lavoro entro stasera? Il numero di click su alcuni ATS può essere infinito per qualsiasi operazione. E arriviamo alla speranza n.2: voglio un voglio un Applicant Tracking System semplice.

Speranza n. 3 #aiutamiacondividere

Parliamo di annunci. Se la creazione degli annunci pare essere finalmente un argomento recepito anche da chi crea e gestisce gli ATS, pochi hanno capito che l’integrazione con le pagine social dell’azienda e magari con qualche portale di annunci potrebbe fare la differenza. Se devo postare il mio link su 300 bacheche di annunci diverse, come recupero il tempo necessario a fare anche solo il login su tutti i siti? Terza speranza: voglio un Applicant Tracking System che mi faccia fare tutto in pochi click.

Speranza n.4 #lintegrazionenonèunoptional

E chiudiamo con le cose complesse. Mi è capitato di avere un sito aziendale con la pagina Lavora con noi legata ad una casella email. Sì, avete capito bene, una casella email. Quando ho chiesto di integrare dietro quella pagina un ATS mi hanno guardata come un marziano: “Nessuno lo sa fare”, “non abbiamo un programmatore” e “non è possibile modificare il sito” sono state alcune delle risposte. E così via di cartelle locali e file Excel per gestire candidati già visti. Ultima speranza: voglio un Applicant Tracking System facilmente integrabile con altri sistemi.

Il team di In-recruiting aveva ben chiare queste 4 speranze mentre progettava l’ultima versione del nostro recruiting software, per renderlo ancora più intuitivo, flessibile, potente e facilmente integrabile con altri sistemi di terze parti.
Crediamo che il modo migliore per comprendere la differenza tra In-recruiting ed altri sistemi sia testarlo (gratuitamente) per 14 giorni.