LMS: la rivoluzione dell’e-learning. Intervista a Claudio Erba (Docebo)

LMS: la rivoluzione dell’e-learning. Intervista a Claudio Erba (Docebo)

Oggi il blog Recruiting Italia vira leggermente rispetto ai temi classici per occuparsi di LMS: Learning Management System. Scopriamo il mondo dell’e-learning insieme all’esperto Claudio Erba, CEO e Founder di Docebo S.p.A.

1. Presentati ai lettori del nostro blog.

Non mi piace “personalizzare” troppo il mio ruolo, preferisco parlare di Docebo: più di 120 persone, 5 uffici in 3 continenti, +60% di crescita media negli ultimi 3 anni, 1050 clienti in 90 nazioni del mondo. Sviluppiamo un LMS Cloud (Learning Management System) che adotta come linea guida il modello 70/20/10 (Informal, Coaching and Formal Learning) e vendiamo al mercato della media grande impresa.

Al mio ruolo riportano le leadership di Prodotto – Ricerca e Sviluppo, Clienti, Marketing e le varie unit operative. Ho dunque il privilegio di avere, allo stesso tempo, una visione di dettaglio e globale, a seconda che mi vengano presentate problematiche tattiche o iniziative strategiche.

2. Quali sono per te i principali trend nel settore dell’e-learning?

In questo secondo decennio del secolo stiamo assistendo ad una accelerazione incredibile delle tecnologie. Gli operatori del settore hanno non solo la sfida di identificare le tecnologie che emergono ed integrarle nel loro prodotto, ma soprattutto di capire che il training formale è una minima parte delle opportunità formative in azienda. Il training formale perderà il focus totalizzante che ha ora, così come il PC perderà la sua centralità a favore degli smartphone. Coaching, training on the job, social learning, employee generated training, intelligenza artificiale, chatbot, realtà aumentata e virtuale sono parte delle innovazioni che emergeranno.

3. L’e-learning può essere sostitutivo della formazione classica, in aula?

Le aziende del settore e-learning si sono sempre focalizzate sul training formale, che in base al paradigma 70/20/10 rappresenta tuttavia solo il 10% del modo in cui una persona impara. Il restante 70% è informale/learning by doing e il 20% è coaching. L’errore è sempre stato quello di fare il parallelo tra il training formale d’aula e il training online. La domanda vera è invece come le tecnologie dell’e-learning possono supportare training formale, informale e coaching in modo da seguire le persone in tutte le opportunità di apprendimento.

4. I dati dicono che dopo solo 6 mesi, 1/3 dei neo-assunti sono alla cerca di un nuovo lavoro. In che modo la formazione durante l’onboarding può migliorare questo dato, diminuendo il turnover?

Non penso che l’onboarding training, da solo, possa fare la differenza in termini di talent retention. Piuttosto, deve essere integrato in un un percorso formativo organico e progressivo, che si affianchi a sfide professionali e un solido percorso di coaching. E’ in questo modo che l’azienda diventa interessante, e in grado di trattenere i migliori talenti sul mercato.

learning managementsystem docebo

5. C’è qualche vincolo che sta limitando la diffusione dell’e-learning in Italia?

La mia sarà una risposta impopolare. In Italia c’è il culto del concetto di “Piccola impresa” e lo slogan di “Piccolo è bello” è un concetto politically correct da sbandierare come un concetto etico. In realtà la piccola impresa non è in grado di offrire percorsi di crescita e di avere a disposizione strumenti e processi atti a fornire ai propri dipendenti percorsi di carriera, ambienti di lavoro stimolanti o sfide professionali che favoriscano la crescita professionale. Un altro elemento è che nelle aziende medio grandi esistono ruoli, team e figure professionali specificamente dedicati alla gestione di progetti e-learning, ma questi ruoli esistono solo in aziende strutturate. Nelle altre, specie di dimensioni più ridotte, i progetti e-learning sono spesso affidati a persone che hanno molteplici mansioni, e vedono dunque l’e-learning come attività collaterale piuttosto che “core”.

6. In Italia, soprattutto tra i professionisti delle Risorse umane è forte la mancanza di competenze digitali. Sei d’accordo? Quale la tua esperienza personale?

Sembra strano, ma il concetto guida è sempre uno: la dimensione aziendale e la componente di innovazione dell’azienda stessa. Questi due elementi rendono l’azienda attrattiva per i migliori talenti. Ovviamente accompagnati da un ambiente di lavoro piacevole, un compensation plan interessante, KPI chiare e condivise, percorsi di carriera e ruoli ben definiti. Le aziende attrattive sono il punto di arrivo per i talenti migliori: e in questo periodo di tecnologia accelerata, i talenti migliori sono quelli che ragionano in digitale e non in analogico.

7. Che differenza avete sperimentato nell’implementare la vostra piattaforma di e-learning nelle multinazionali o nelle PMI?

Attualmente abbiamo 1050 clienti, molti di loro sono clienti enterprise e alcuni sono Small Business. Consideriamo l’adozione di un sistema e-learning un progetto di lungo periodo, dunque il tempo di permanenza con Docebo dei nostri clienti è l’indicatore principe del successo di un progetto. In questo senso, posso sicuramente affermare che i tassi di abbandono di un progetto e-learning nelle PMI è decisamente più alto di quello rilevato con le grandi aziende.

8. Ci racconteresti un caso di successo riguardante l’implementazione del vostro sistema in azienda?

Abbiamo davvero tanti casi di successo, dentro e fuori l’Italia: una grossa associazione italiana che forma 35000 associati sparsi per il territorio; un progetto in cui formiamo 2000 rivenditori cinesi di una software house americana tramite un sistema di distribuzione dei corsi dentro il grande firewall cinese; una grande azienda italiana del lusso che forma tutti gli store manager del mondo tramite Docebo; una grossa media company che rivende corsi a 3.5 milioni di utenti in tutto il mondo… Potrei davvero continuare all’infinito.

9. Quale libro o una risorsa consiglieresti ai nostri lettori per il loro aggiornamento professionale?

In un mondo digitale, contraddistinto da un continuo flusso di informazioni, suggerire una risorsa specifica è davvero limitante. Io, personalmente, mi aggiorno mappando tutte le risorse online che ritengo importanti attraverso un feed reader (Feedly) e poi mi prendo del tempo per studiare i nuovi articoli che escono.